Prima di Shakespeare il personaggio letterario era relativamente inalterato; uomini e donne erano infatti rappresentati come individui soggetti all’invecchiamento e alla morte, ma non al cambiamento.
In Shakespeare i personaggi si sviluppano anziché rivelarsi, e lo fanno perché concepiscono nuovamente se stessi, ascoltandosi gli uni con gli altri o lavorando attraverso un ascolto interiore, che è la via principale dell’individualizzazione. Nessun altro scrittore, prima o dopo Shakespeare, ha compiuto così bene il miracolo di creare voci diverse ma coerenti per i suoi oltre cento protagonisti e per molte centinaia di interessantissimi personaggi secondari.
Secondo questa interpretazione di Harold Bloom, Shakespeare non si è limitato a creare semplici ruoli teatrali o personaggi, ma vere e proprie personalità. Non si è limitato inoltre alla “riproduzione della natura” ma ha inventato l’uomo, i percorsi e i motivi della sua psiche, scendendo a profondità non ancora completamente spiegate e comprese, nemmeno da Freud. Ecco che, partendo da questa visione, lavoreremo per entrare in profondità con i protagonisti dei testi Shakespeariani, quest’anno di Romeo e Giulietta, attraversando le profondità degli attori e delle attrici che presteranno corpo e voce ai loro personaggi.
Non saranno gli allievi attori a mettere in scena e raccontare i personaggi, ma loro stessi che ci mostreranno la via per dirci qualcosa di noi, aiutandoci a capire come siamo fatti. Il seminario infatti non si limita allo studio delle tecniche teatrali più innovative, ma vuole diventare un luogo in cui tutti i partecipanti possano sperimentare e mettere a frutto le proprie capacità, umane, personali, teatrali. Per questo la residenza è aperta sia a chi fa teatro da anni che a chi non lo ha mai fatto, per toccare con mano cosa significa mettere in scena uno spettacolo, unendo competenze e suggestioni.
Nel caso di Romeo e Giulietta, Shakespeare ha basato la passione dei due amanti non sui piaceri che hanno vissuto, bensì sui piaceri che non hanno vissuto. Si tratta di ritrovarsi di fronte ad infinite possibilità. E’ tutto presente, è tutto possibile. Occorre però andare a scovare queste possibilità, imparare a vedere, ascoltare, perdersi e ritrovarsi. Occorre diventare conduttori nel senso fisico del termine facendosi attraversare da energie, immagini, presenze e assenze, senza l’obiettivo della performance, ma nell’attesa del processo.
Occorre provare a non esistere sempre, ma quando qualcuno ci guarda, “sbatte” contro di noi, interagisce con noi. Occorre provare a non essere in nessun luogo.
Intraprenderemo un viaggio dal quale non vorremmo più tornare. Lo faremo soltanto per raccontarlo e condividere con gli altri la nostra esperienza.
Il lavoro peculiare della nona edizione del seminario sarà quello di coniugare due linguaggi: quello teatrale e quello cinematografico. Il lavoro si svolgerà su due livelli differenti, che mostreranno due modi di affrontare il testo, da un lato attraverso le modalità proprie del cinema, con un approccio sia pratico che teorico, dall’altro attraverso il lavoro teatrale. Il percorso porterà alla definizione di brevi scene teatrali e cinematografiche collegate tra loro, che saranno presentate al pubblico al termine della settimana di lavoro.
In questa edizione Igor Loddo sarà affiancato da Martina Perversi. Laureata in critica cinematografica, esperta di cinema, collabora con la Cineteca Italiana e ha seguito lo sviluppo e la produzione di diversi film.
L’ultimo giorno del seminario infatti verrà organizzata una serata di restituzione, in una formula itinerante all’aperto molto suggestiva, all’Agriturismo Oasi Battifoglia, tra fiaccole e stelle, con la magia che solo la natura umbra può regalare.
Prosegue inoltre la collaborazione con il Piccolo Teatro degli Instabili, il teatro più importante di Assisi, che permetterà la messa in scena del lavoro con una prima prova aperta, in un luogo antico dove sono andati in scena i più grandi protagonisti della scena teatrale italiana. Nel corso della settimana saranno poi organizzati diversi momenti ludici, sfruttando la location incantevole e intrigante in cui il seminario si svolge.