Un percorso residenziale in 4 weekend e 1 settimana
Agriturismo “Sulla via del sale” Brallo di Pregola PV
Agriturismo “Oasi Battifoglia” Assisi PG
Il mito di Crono (Platone, Politico, 269a-275e) narra che c’era stato un tempo beato per la stirpe umana: era il tempo in cui gli dei avevano cura degli esseri umani. In quel tempo il dio Crono accompagnava l’universo nel suo movimento: le cose si producevano da sé a favore degli esseri umani. Crono governava il movimento circolare dell’universo prendendosi cura dell’intero; l’universo era diviso per zone e ogni zona aveva chi la governava secondo un principio d’ordine unico per l’intero cosmo. Ma questa condizione di beatitudine, cioè quella in cui gli esseri umani erano oggetto di cura divina, aveva una durata temporale non infinita e quando il tempo fu compiuto e il movimento del cosmo raggiunse la sua misura, il dio si ritirò in un punto di osservazione esterno al movimento del mondo e lo lasciò libero. A quel punto tutti gli dei abbandonarono a loro volta le zone affidate alla loro cura.
Il mito di Crono enuncia una tesi sulla condizione umana: la condizione in cui nascono e vivono gli esseri umani è quella in cui si trovano “abbandonati dalla cura degli dei e chiamati ad aver cura di sé, da se stessi.” LA CURA costituisce la qualità essenziale della condizione umana. Non è qualcosa che ci appartiene, come il corpo e la mente, ma il modo di stare al mondo, a cui si deve dare forma. L’esserci è una tensione continua a procurare ciò che è necessario per conservare la vita, ciò che la fa fiorire e ciò che ripara le ferite che accadono nel tempo.
In un mondo sempre più individualista, ci ritroviamo a comunicare sempre più spesso attraverso la mediazione di apparecchi elettronici.
«Ci può essere un intenso ed efficace trasferimento di segni, messaggi, immagini ecc., senza che per questo ci sia un solo atto comunicativo, così come ci può essere un continuo parlare all’altro senza che per questo ci sia un solo istante di dialogo con lui».
Con queste parole Silvano Petrosino ci mette in guardia da quello che stiamo tralasciando, lo strumento primo della comunicazione tra esseri umani, il corpo. Il corpo, che trova la sua centralità nel teatro, è uno strumento potente di comunicazione, antico e moderno. Una comunicazione che non ha bisogno di parole, di tweet, di assiomi e spiegazioni. E’ uno strumento deduttivo che trasmette immagini live e consente di condividere un luogo e uno spazio: nello stesso istante in cui la comunicazione ha luogo, i frammenti di quell’istante restano impressi nella memoria fisica, emotiva, spirituale.
E’ per questo che comunicare con il corpo è oggi un atto che appare sempre più rivoluzionario.
Sono azioni e gesti che svaniscono nello stesso istante in cui si realizzano.
Il corpo comunica, trasmette e emoziona. È il luogo delle terminazioni nervose, ci collega con gli altri. E’ il nostro involucro esterno, che ci permette di toccare, vedere, sentire il mondo che abbiamo intorno. Il gioco è capire cosa succede se mettiamo realmente in comunicazione il nostro corpo con la nostra mente, se proviamo a prendercene cura senza pregiudizio, se proviamo a sperimentare quali sono le sue reazioni in relazione all’altro, a un altro corpo sensibile. Se proviamo a prendercene CURA, insomma.
La cura è un tema antico che da Platone in poi ha scomodato molte menti che si sono poste diversi interrogativi circa il suo significato e le sue implicazioni. E’possibile avere cura senza “guadagnarci” qualcosa?
La cura è l’espressione del rapporto tra l’uomo e gli altri e può essere inautentica o autentica. La cura inautentica sottrae agli altri le loro cure procurandogli direttamente ciò di cui hanno bisogno: è quindi rivolta verso gli oggetti più che verso gli uomini ed è espressione di essere insieme. La cura autentica, invece, aiuta gli altri ad assumersi le proprie cure e quindi a essere liberi di realizzare il proprio essere: è espressione di coesistere.
Da sempre il teatro è il luogo per eccellenza della coesistenza, dell’aggregazione, della condivisione, dell’accoglienza. Ma come indica Socrate, per prenderci cura degli altri, possiamo farlo a partire da noi, e per partire da noi è fondamentale conoscersi. Conoscersi per davvero.
Il teatro, è una pratica che favorisce processi di relazione, solidarietà, coesione, apre alla collaborazione tra persone e gruppi. Una pratica in grado di analizzare i vari contesti sociali, in riferimento alle specifiche realtà, dalle diverse abilità, alle emergenze sociali, fino a trattare il disagio e l’emarginazione. Non si tratta, in questo caso specifico, di iniziare un percorso di teatroterapia, piuttosto di usare il tema della cura come stimolo di riflessione e punto di partenza del progetto, con l’obiettivo di realizzare uno spettacolo, esito compiuto e dimostrativo del processo di cui la rappresentazione è il risultato tangibile.
E’ esprimersi in una dimensione protetta, percependo la libertà d’espressione senza sentirsi a disagio, agendo in un contesto ludico ed espressivo circoscritto.
Il viaggio che intendiamo intraprendere ha come obiettivo quello di fermarsi ad ascoltare quello che siamo, quello che sentiamo e non sentiamo. Un viaggio di persone insieme ad altre persone, ad altre anime che desiderano estraniarsi dalla frenesia della vita moderna provando a fermare il tempo.
In questo percorso proveremo a disimparare piuttosto che imparare, a lasciar scorrere il tempo piuttosto che organizzarlo, a lasciarci guardare piuttosto che farsi guardare, ad essere parlati piuttosto che parlare.
Impareremo a prenderci cura.
Il nostro strumento sarà il corpo, il dispositivo che useremo il teatro.
Il Training Hall 2019_2020 si realizza intorno al concetto di cura di sé (ἐπιμέλεια ἑαυτοῦ), come spunto e filosofia di lavoro. I quattro weekend e la settimana residenziale sono costruiti come un unico percorso, che può essere seguito per intero o in parte. Dal primo weekend, il lavoro si sviluppa con l’obiettivo di realizzare un’installazione finale (spettacolo, performance, reading), che sarà presentata in un teatro milanese.
La settimana residenziale estiva porta alla realizzazione di uno spettacolo, presentato in due format: una prova aperta al Piccolo Teatro degli Instabili di Assisi e una rappresentazione itinerante all’aperto, tra le colline dell’Agriturismo Battifoglia, che da 10 anni accoglie la residenza.
Training Hall 2019/2020 – Brallo di Pregola (PV)
Agriturismo Sulla via del Sale – Frazione, Piani di Lesima, 27050 Brallo di Pregola PV
- 29 novembre/1 dicembre 2019
- 14/16 febbraio 2020
Programma del weekend 14/16 febbraio
venerdì 14
19.00 | 20.00 – accoglienza e sistemazione nelle stanze
20.00 – cena (facoltativa)
21.00 | 23.00 – presentazione e proiezione film
sabato 15
8.00 | 9.00 – meditazione in dinamica per il cuore (facoltativa)
9.00 – colazione
10.00 | 12.45 – lavoro pratico/fisico sui temi individuati nel film
13.00 – pranzo
14.30 | 17.45 – composizione fisico/vocale
18.00 | 18.45 – pratica di rilassamento
20.00 – cena
21.00 – proiezione film
domenica 16
8.00 | 9.00 – meditazione dinamica per il cuore (facoltativa)
9.00 – colazione
10.00 | 12.45 – lavoro di presentazione dialoghi e monologhi
13.00 – pranzo
14.30 | 16.30 – seconda presentazione dialoghi e monologhi
16.45 | 17.30 – cerchio e saluti
Si raccomanda di portare indumenti caldi, scarpe per lavorare e muoversi senza scivolare, ginocchiere (se disponibili), un materassino da yoga per il lavoro a terra, una coperta per le pratiche di rilassamento e durante le pause di lavoro.
- 13/15 marzo 2020
- 15/17 maggio 2020
- Un weekend di giugno – spettacolo
- Appuntamenti aggiuntivi di approfondimento nel corso dell’anno
Residenza estiva – Assisi
Agriturismo Oasi Battifoglia, Località Paradiso 33 – Assisi
- 1/8 agosto 2020
- 7 agosto 2020 – spettacolo al Piccolo Teatro degli Instabili di Assisi e, la sera, all’agriturismo
Conduce Igor Loddo
Con la collaborazione di Francesca Audisio
Interventi artistici di Franco Reffo (Compagnia NUT)
Curatela scientifica Caterina Croce
Info e iscrizioni iononparlo@gmail.com