Dopo il lavoro sul teatro greco, con l’Orestea di Eschilo, che ha visto tre edizioni del seminario residenziale impegnate nella messa in scena dei tre drammi dell’opera (Agamennone, Coefore, Eumenidi), Io Non Parlo Sono Parlato ha deciso di proseguire il suo percorso di studio sul teatro classico passando a Shakespeare.
Se il patrimonio è infatti il contenuto del passato che intendiamo conservare e allo stesso tempo valorizzare nel processo di innovazione (ed è cioè quell’insieme di beni immateriali e materiali che consente di capire che un gruppo umano ha una sua storia, un passato e un futuro in cui collocarsi), l’innovazione è quel processo che consente di segnare uno scarto rispetto al passato, mantenendo una linea di continuità con ciò che dal passato ereditiamo. Non si tratta di abbandonare il passato, ma di trovare le modalità perché quel passato possa essere collocato nel futuro, attraverso tecniche, valori, modalità narrative e procedure che il proprio tempo consente.
Il teatro classico, il più classico dei classici, ci permette di affrontare forme dello storytelling che ancora oggi sono avanguardie di pensiero libero, modalità di analisi della realtà che ci permettono di scavare a fondo, di ri scoprire noi stessi, di imparare a stare in scena con mezzi tecnologici sperimentali (installazioni sonore, videoproiezioni, animazioni…) senza perdere le basi formative e tecniche del teatro.
Usare Shakespeare come contest e punto di partenza del lavoro risponde alle esigenze e ai desideri culturali del nostro tempo.
Rileggere la modernità che le opere di Shakespeare possiedono e l’eterno valore di un classico ci permette di recuperare la memoria.
Prima di Shakespeare infatti il personaggio letterario rimane relativamente inalterato; uomini e donne vengono rappresentati come esseri soggetti all’invecchiamento e alla morte, ma non al cambiamento dovuto alla trasformazione del loro rapporto con se stessi piuttosto che con gli Dei o un Dio. In Shakespeare, i personaggi si sviluppano anziché rivelarsi, e lo fanno perché concepiscono nuovamente se stessi. A volte ciò accade perché si origliano mentre parlano da soli o con altri. Questo modo di autoascoltarsi è la via principale dell’individualizzazione, e nessun altro scrittore, prima o dopo Shakespeare, ha compiuto così bene il miracolo di creare voci diverse ma coerenti per i suoi oltre cento protagonisti e per molte centinaia di interessantissimi personaggi secondari.
Secondo questa interpretazione di Harold Bloom, Shakespeare non si è limitato a creare semplici ruoli teatrali o personaggi, ma vere e proprie personalità. Non si è limitato alla “riproduzione della natura” ma ha inventato l’uomo, i percorsi e i motivi della sua psiche, scendendo a profondità non ancora completamente spiegate e comprese, nemmeno da Freud. Ecco che, partendo da questa visione, lavoreremo per entrare in sintonia con i protagonisti del A midsummer night’s dream entrando nelle profondità degli attori e delle attrici che presteranno il loro corpo e la loro voce. Non saremo noi che cercheremo di mettere in scena e spiegare i personaggi del Sogno, ma loro stessi che attraverso di essi potranno dirci qualcosa di noi, aiutarci a farci capire come siamo realmente fatti.
Il seminario non si limita allo studio delle tecniche teatrali più innovative, ma vuole diventare un luogo in cui tutti i partecipanti possano sperimentare e mettere a frutto le proprie capacità, umane, personali, teatrali. Per questo la residenza è aperta sia a chi fa teatro da anni che a chi non lo ha mai fatto, per toccare con mano cosa significa mettere in scena uno spettacolo, unendo competenze e suggestioni.
Io Non Parlo Sono Parlato si definisce un linker, un ponte di collegamento tra artisti e pensatori, che ha come obiettivo quello di creare luoghi di riflessione e modalità di divulgazione nuove, dove i contenuti possano essere presentati in forme artistiche accessibili.
Prendendo spunto da arti diverse (teatrali, letterarie, visive, musicali), e collaborando con realtà di ricerca e studio(università, enti culturali) l’obiettivo è creare un network che possa lavorare su prodotti adattabili ai diversi format che la cultura sta oggi prendendo.
La “formazione” è uno dei fiori all’occhiello del progetto e si sviluppa attraverso il Training Hall, laboratorio permanente di formazione dell’attore, aperto ad attori professionisti e allievi attori, che si svolge a Milano con un appuntamento settimanale di lavoro e workshop di approfondimento con artisti internazionali, e ha il suo momento culminante proprio nella residenza estiva al Piccolo Teatro degli Instabili di Assisi.
Per una settimana, dal 30 luglio al 6 agosto 2016, i partecipanti potranno lavorare in un agriturismo isolato da tutto, ma soprattutto dallo stress quotidiano, su uno degli autori più importanti e geniali di tutta la storia del teatro, come William Shakespeare. Inizierà infatti quest’anno una nuova trilogia di studio che affronterà tre sue grandi opere: una tragedia, una commedia e un dramma storico. Inizieremo con una commedia: A midsummer night’s dream.
Ciascuno avrà la possibilità di studiare una parte del testo e realizzare il proprio capolavoro. Alla fine della settimana questo prenderà la forma di uno spettacolo che andrà in scena due volte. La prima come una lezione aperta al Piccolo Teatro degli Instabili, un luogo magico e incantato al centro delle mura della città, costruito dentro una chiesa sconsacrata. La seconda in una formula itinerante all’aperto molto suggestiva, all’Agriturismo Oasi Battifoglia, l’ultimo giorno del seminario, tra fiaccole e stelle, con la magia che solo la natura umbra può regalare.
Nel corso della settimana saranno poi organizzati diversi momenti ludici, sfruttando la location incantevole e intrigante in cui il seminario si svolge.
L’agriturismo Oasi Battifoglia ha a disposizione camere doppie o quadruple e una piscina oltre ai luoghi di lavoro. E’ possibile dormire in agriturismo o in altre strutture, ma il consiglio per godere appieno dell’atmosfera del seminario è convivere con tutti i partecipanti. Per partecipare al seminario è necessario inviare un cv artistico e partecipare a un colloquio conoscitivo, dal vivo o telefonico.
Non si tratta di una selezione ma di un approccio che consente la formazione di un gruppo di lavoro omogeneo dove tutti i partecipanti siano coinvolti nel progetto con obiettivi analoghi, anche se non identici.